Tipologie di raccordi: quante ce ne sono?
Persino i neofiti del mondo delle apparecchiature industriali sanno che esistono diverse tipologie di raccordi.
Ma a cosa ci riferiamo esattamente con questo termine?
Molto banalmente, i raccordi potremmo definirli come elementi di giuntura e connessione fra tubi.
Gli impieghi sono diversi, e vanno dagli ambiti industriali più svariati -automobili, impiantistica, idraulica- per arrivare a usi più comuni e domestici.
Sono conosciuti anche con altre definizioni: accoppiamenti, giunti o, in maniera più elementare, connessioni.
A seconda dell’uso e della praticità, possiamo individuarne diverse tipologie.
Vediamole insieme.
Tante tipologie di raccordi
Per quale motivo così tante tipologie di raccordi?
Come dicevamo, gli usi che possiamo fare di questi elementi di connessione sono svariati; e da molteplici applicazioni ne derivano diverse tipologie.
In questo articolo vedremo quelle più comuni; in linea molto generale.
Tranquilli: cercheremo di non annoiarvi troppo con i dettagli tecnici 😉.
Raccordo istantaneo
I raccordi istantanei, definiti anche a innesto rapido, sono quelli che garantiscono un’elevata garanzia e stabilità in termini di connessione.
Da un punto di vista pratico rappresentano sicuramente una grande comodità.
Sono pensati nei casi in cui sia necessario un lavoro di montaggio e smontaggio frequente: questo senza nemmeno considerare l’ausilio di attrezzi.
Di sotto-tipologie di raccordi istantanei ve ne sono tante; ma andiamo con calma.
Laddove si opti per questa tipologia di raccordi, è infatti possibile scegliere fra quelli a incastro, pressati (crimpati) e filettati.
Un‘ulteriore classificazione può essere operata sulla base della loro tenuta.
Una tenuta che può essere di diversi tipi:
- A rondella. Impiegata principalmente per i tubi in polimero. Molto comoda dal momento che, una volta che il tubo filettato o saldato viene inserito nel raccordo, è possibile sbloccarla semplicemente premendo un pulsante.
- A pinza. Una tipo di tenuta piuttosto stabile e rigida, impiegata principalmente con tubi metallici scanalati, e perfetta per ambienti ostici e difficili, dove si ha a che fare con elevate pressioni.
- A pinza invertita. Garantiscono una doppia tenuta e, anche queste, mostrano particolare resistenza in ambienti difficili, con pressioni molto rigide.
Dal momento che questa tipologia di raccordo si mostra particolarmente onerosa, sarebbe preferibile impiegarla nei casi in cui servisse veramente: laddove si ponga necessario montare e smontare con una certa duttilità.
In caso contrario, sarebbe consigliato un raccordo a vite.
Il raccordo filettato
Anche questa tipologia di raccordo si dimostra estremamente pratica e veloce nei lavori di montaggio e smontaggio.
Certo vi sono maggiori accorgimenti e condizioni da osservare.
Si tratta di raccordi la cui connessione è garantita da un’operazione di avvitamento non permanente.
Poiché in fase di smontamento è necessaria una chiave, sarebbe consigliabile impiegare questo raccordo quando i lavori di manutenzione sono occasionali.
Quando si opta per un raccordo filettato, occorre sincerarsi che questo presenti una compatibilità con la filettatura esistente.
La filettatura più comune è quella destrorsa, in senso orario; ma esiste quella sinistrorsa, che è invece impiegata nelle bombole di gas o in quei casi in cui si corra il rischio che la filettatura destrorsa possa allentarsi.
Importante avere un’idea di quelle che sono le denominazioni standard delle varie filettature:
- filettatura metrica ISO;
- filettatura americana UN;
- filettatura americana NPT;
- filettatura BSP.
Raccordi a saldare e a crimpare
Da un punto di vista economico, non avendo particolari sistemi di tenuta ed elementi meccanici, i raccordi a saldare sono sicuramente i più vantaggiosi.
Utilizzati soprattutto negli impianti permanenti, che non richiedono interventi frequenti di montaggio e smontaggio.
Presentano una particolare resistenza all’usura; tuttavia la loro installazione non è semplicissima e richiede sempre l’intervento di una mano esperta.
Raccordo simmetrico di Guillemin
Il loro impiego è piuttosto ampio.
Vengono utilizzati nell’industria chimica, alimentare e petrolchimica; ma anche in quella dell’agricoltura e dei trasporti.
Sono costituiti generalmente da due elementi simmetrici connessi tramite un meccanismo di rotazione.
Il montaggio viene realizzato impiegando più tecniche: saldatura, filettatura maschio e femmina, coppiglia.
Tanti elementi da considerare per scegliere la tipologia giusta di raccordo
Queste sono le tipologie generali, ma le classificazioni che potremmo fare, considerando un elemento piuttosto che un altro, sono tante.
A ogni modo, nella scelta del raccordo più appropriato alle nostre esigenze, gli aspetti da considerare sono questi.
- Condizioni ambientali: oltre alla praticità dell’installazione e delle fasi di montaggio e smontaggio, ciò che va considerato con attenzione sono i rischi ambientali. Esposizione ai raggi ultravioletti, rischi di congelamento, acqua, fango, urti, vibrazioni.
- Caratteristiche del fluido: certo non vanno ignorate le caratteristiche del materiale da trasportare tramite tubi. Temperatura e pressione sono importanti, così come lo è la portata.
- Normativa: nella scelta dell’impianto vi sono, ovviamente, delle regole di conformità da seguire, così da operare sempre a norma di legge.
Materiale raccordi
La scelta del materiale del raccordo dovrà essere conforme a quella del tubo, e compatibile con il tipo di materiale trasportato.
A ogni modo, i materiali più utilizzati sono
- acciaio inossidabile
- acciaio
- alluminio
- ottone/rame
- ottone nichelato
- policarbonato
- polimero
La forma dei raccordi
La scelta della forma del tubo è influenzata principalmente dalle caratteristiche fisiche e dall’angolazione dei tubi da connettere.
In base alla forma, i raccordi possono essere generalmente:
- Manicotto, che permette l‘unione diritta fra tubi che registrano lo stesso diametro.
- Gomito: consente di disegnare diverse angolature tra i tubi. Le più comuni sono 27°, 45° e 90°.
- a T: rende possibile unire tre tubi di medesimo o diverso diametro.
- Riduttore: unisce due tubi di diametro diverso, ma la differenza dev’essere di una sola misura. Quest’espediente serve per ridurre la portata del fluido.
- A Y: anche questo consente di unire tre tubi, ma con un’angolazione più acuta rispetto a quello al raccordo a T.
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